A Padre Accursio

Padre Accursio AjassaAdiosu a cust’omine de Deus
Adiosu a cust’omine istimadu
Su menzus pro sos ateros, mai su peus
Est su chi tue as sempere preigadu

Amos tentu fortuna gai manna
De ti podet connoschere in vida
Dae Abbasanta a sa tua capanna
Batro annos faghet cussa dispedida

Pregadu amos cun tegus cussa die
Cun attenzione manna a onzi passazu
Bresaos d’eset in cue cussu manzanu

Custa poesia cun coro est pro a tie
Bae in bonora e faghe bonu viazu
Retzi virtuale custa istrinta e manu.Continua a leggere →

È morto Padre Accursio Ajassa, nuovo dolore per Sardi e Biellesi

Padre Accursio Ajassa
Padre Accursio Ajassa a Nuraghe Chervu.

Oggi, nella tarda mattinata, è morto padre Accursio, Frate Francescano Minore, al secolo Sebastiano Ajassa. Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 17 dicembre.
Altro lutto, nella nostra Diocesi, per Padre Epifanio e Padre Giuseppe, suoi confratelli a Biella. Nuovo grande dolore per i Sardi, per i Biellesi e per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo apprezzando le sue doti umane e di uomo consacrato. Padre Accursio teneva spalancate le porte del suo cuore e quelle della basilica in cui prestava servizio, accogliendo chiunque si rivolgesse a lui e ai suoi confratelli.
Punto di riferimento per laici e religiosi; da Lui conforto paterno, preziosi consigli, guida sicura come fosse un fratello maggiore.
In occasione dell’Anno Santo, con entusiastico amore, aveva accolto la Comunità sarda intonando con loro, tutti i mesi dell’Anno Giubilare, Su Rosariu cantadu. Amore reciproco, fraternamente ricambiato.
Momenti di incontro intensi e diversi: preghiere e canti, letture, poesie e sacre rappresentazioni in Limba, in sardo e in piemontese. Due settimane fa, ha presieduto la Santa Messa, Sa Missa Majore, cantata in sardo. Si era raccomandato tanto, quasi prenotato per celebrare per noi. È questo l’ultimo dono che ha voluto offrirci.
Il Santo Rosario verrà celebrato domani, giovedì 6 dicembre, alle ore 20.30, nella basilica di San Sebastiano. Venerdì, alle ore 15.00, nella stessa chiesa, le esequie saranno officiate dal Padre Provinciale Gabriele Trivellin e dal nostro Vescovo, Mons. Gabriele Mana. Durante il rito funebre, le “Voci di su Nuraghe” intoneranno il “Deus ti salvet Maria“, accompagnandolo con il canto nel suo ultimo viaggio.Continua a leggere →

I Sardi di Biella grati, in ricordo di Mons. Massimo Giustetti

Mons. Massimo Giustetti
Mons. Massimo Giustetti riceve la palma intrecciata dalla comunità dei Sardi di Biella.

Oggi, 4 dicembre 2012, in questa splendida giornata dicembrina, ci giunge la notizia della morte del Vescovo emerito, S.E. Mons. Massimo Giustetti.
La Comunità dei Sardi di Biella, partecipando al lutto delle Chiesa locale, è riconoscente a “Padre Massimo”, come più semplicemente preferiva essere chiamato, per aver concesso la prima autorizzazione all’utilizzo della lingua materna nei momenti di preghiera collettiva pubblica. A Lui dobbiamo, infatti, l’assegnazione a don Ferdinando Gallu titolo e funzioni di Cappellano di Su Nuraghe, con il compito specifico di tenere la catechesi in Lingua sarda.
Contemporaneamente, in occasione dell’Anno Giubilare 2000, attraverso il compianto Vicario Generale, Mons. Fernando Marchi, fu sempre “Padre Massimo” a concedere l’approvazione ecclesiastica alla pubblicazione di “Su Rosariu cantadu, cantigos et pregadorias“, edita nella collana “Ammentos” dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella. Nelle prime pagine del libretto di preghiere in sardo, le Sue parole di saluto e di condivisione si soffermano sul significato dell’Anno Santo; in chiusura, semplici parole di benedizione: “Con affetto, vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo“.
Un riconoscimento lungimirante – unico in Continente per la Lingua sarda – frutto di quella particolare sensibilità di padre e buon pastore che ha caratterizzato tutto il suo apostolato.
Da allora, con Lui e col Suo successore, in diversi momenti dell’anno, la Comunità sarda di Biella si unisce alla più vasta comunità ecclesiale, in continuità di fede e di cultura con l’antesignano Sant’Eusebio da Cagliari, Patrono del Piemonte, primo Vescovo di Vercelli, grande evangelizzatore della Regione Conciliare Pedemontana, a Lui originariamente affidata nel IV secolo (16 Dicembre 345) da Papa Giulio I.Continua a leggere →

Su Nuraghe Film, il ruolo del poeta nella Sardegna d’oggi

Ultimo appuntamento 2012 con “Su Nuraghe Film” lezioni di cinema tenute da giovani sardi di seconda e terza generazione “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore” – Ingresso libero

LocandinaVenerdì 7 Dicembre, a Biella, alle ore 21, nelle sale del “Punto Cagliari”, in via Galileo Galilei, 11, verrà presentato il film di Ignazio Figus, “Il coraggio della poesia, voci della poesia logudorese“, realizzato per conto dell’Amministrazione comunale e della locale Pro Loco di Ittiri (Sassari), nel 2011. Dura 60 minuti ed è stato girato nella Sardegna Nord-Occidentale con la guida ideale del poeta locale Giovanni Fiori.
Il film, proveniente dagli archivi dell’I.S.R.E., l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Regione Autonoma della Sardegna, Archivi di antropologia visuale del “Museo regionale della Vita e delle Tradizioni popolari sarde” di Nuoro, esplora, attraverso le parole dei protagonisti, gli aspetti peculiari della poesia sarda e ne puntualizza le attuali problematiche.
Il documentario descrive i percorsi formativi, segue la trasmissione della poesia in ambiti di ritualizzazione, indica la forte relazione tra le rime scritte e quelle estemporanee, individua la produzione poetica al femminile, evidenzia la necessità del ricambio generazionale favorito anche dai laboratori-seminari per i componimenti in versi.
Su questi e altri temi toccati dal film, s’insinua pervasivo quello più intimo per l’animo del poeta: il coraggio di affermare le proprie prerogative e, in sostanza, di essere se stesso, senza reticenze, davanti alla collettività. Nell’uomo comune che tutti conoscono, per l’insopprimibile impulso della poesia, c’è un uomo diverso: un poeta che trova l’audacia di esserlo.
Dalla narrazione filmica emerge, in ultima sintesi, il ruolo del poeta nella Sardegna d’oggi, accompagnato da un interrogativo: il poeta o la poesia sono ancora in grado d’indicare, alla società che lo esprime, una via, un sogno, un’utopia?

Salvatorica Oppes

Giovanni Chergia, padre sardo e madre biellese

Giovanni ChergiaNato a Borgosesia nell’anno 1985, dall’unione di padre sardo, giovane carabiniere, e madre Biellese, cresco fino all’età di 5 anni con i miei nonni materni, mancati entrambi purtroppo al mio affetto in questi ultimi giorni.
Nonostante l’affetto dei nonni, il bisogno di crescere con i miei genitori ha fatto sì che tornassi insieme a loro in età di scuola materna, ad Oleggio, dove babbo e mamma lavoravano.
Arrivata l’età adolescenziale, ero in seconda media, babbo chiese il trasferimento in Sardegna, dove ci trasferimmo nell’estate del 1999, e lì iniziai a gustare l’aria e i sapori “della mia terra”.
Appena arrivato in Sardegna, ambientarmi è stato molto facile soprattutto perché il nuovo paese era Solarussa, paese nativo di mio padre, dove i pochi abitanti si conoscevano tutti, e tutti eravamo i figli di qualcuno che conoscevamo…
Insieme alla scuola, cominciai a frequentare la squadra calcistica ed il gruppo folk del mio paese. In quest’ultimo ho imparato l’arte dei nostri balli e tutto ciò che comporta il folklore e la tradizione sarda.
Finii il mio cammino di studio, qualificandomi in un centro regionale come Elettricista Elettromeccanico.
Dopo cominciai a lavorare nelle nostre campagne fino a quando i miei cari nonni non mi chiesero di raggiungerli per cercare lavoro a Biella.
Tornato a Biella, ho subito cominciato a lavorare, lavori diversi in questi dieci anni, ma sempre continuativi.
I miei nonni mi hanno accolto come un figlio, loro dicevano che ero il maschio che non era mai arrivato: avendo 5 figlie, mi hanno aiutato a completare il mio iter di crescita, a diventare uomo.
Pochi mesi dopo il mio arrivo a Biella cominciai a frequentare il nostro circolo, con qualche interruzione a causa del lavoro e della mia vita privata, ma sempre presente con il cuore, avendo anche dei ruoli, che mi hanno permesso di partecipare attivamente, in particolare insegnando i nostri balli.
Oggi vivo da solo, ho un lavoro stabile e una ragazza d’oro che spero di riuscire a sposare presto.Continua a leggere →

Lingua sarda a Biella: «nos semus appidos a sa fine de su mese»

Laboratorio linguistico – lingua materna negli incontri mensili in “Limba” – preparativi per la cerimonia del 25 novembre u.s. – piante a Nuraghe Chervu per i nuovi nati nella comunità sarda di Biella

Festa degli alberi
Biella, Nuraghe Chervu, 2° Festa degli alberi.

A su circulu Su Nuraghe de Biella nos semus appidos parizas pesonas a s’atopiu chi faghmus onzi martis, a sa fine de su mese: babbos, mamas, jajos, nonnos e nonnas pro faedhare custa borta de su 25 de Sant’Andria chi in sa tanca in ue b’est Nuraghe Ghervu piantamos arvures pro onzi pizinnu, fizos e nepodes de sardos, de prima, de secunda e de terza generatzione, naschidos intro de ocannu innoghe in Continente.
Su presidente nostru, Battista Saju, ada ispiegadu comente faghere custa zerimonia: cugnarendhe sas dies prima, si andada a sa cava a seberare e a nde atire sas pedras, ca su picapedreri chi amos jamadu, Pedru Ottino de Andorno Micca (connadu de una sarda paesana mia), las tevede iscriere. Sas arvures de nibaru sardu chi devimus piantare nos las dana sos amigos de su “Cuntzertu abbasantesu”, de Abbasanta.
Sa die de sa zerimonia, su manzanu a sas deghe e mesa nos aciapamus totu in cheja de Sanctu Sabustianu, in costume sardu chi tutu nois, omines e feminas, tenimus; sos fusileris de Su Nuraghe, issos puru in costume sardu, unicos autorizados fora de Sardigna nostra a isparare prima de s’intrada de sa Missa majore e pustis, candho si finidi e cando si faghede sa funzione a Nurage Ghervu, nois, su grupu da sa cantoria in sardu de Su Nuraghe, faghimus sa Missa cantada, prima de che andare totu cantos a Nuraghe Chervu pro sa funzione.
Partimos dae sa piata de Brusa (sardos issos puru, de mama puthumajoresa), a duos a duos comente amos detzisu, finas a Nuraghe Chervu in ue ponimos sos flores adainanti de sa pedra in amentu e onore dei sos 13.602 soldados sardos e de sos 523 biellesos mortos in sa Gherra Manna.
Pustis, pro onzi pizinnu o pizinna, si piantada un’arvure a costas de sa pedra in ue est iscolpidu su nomene insoro e si dada sa benediscione cun su trigu e, su peidru, cun s’Abba santa.
Sas feminas in costume inghiriant Nuraghe Chervu e lu beneighent betendhe su trigu e istrampende a terra su piatu boidu, seghendelu pro bona Foltuna: in su matessi mamentu si dat puru sa benediscione in “Numen de su Babbu, de su Fizu e de s’Ispiritu Sanctu“. E sos fusileris torrant a tirare a segnu isparende in aria. In su mentres chi sa zerimonia est accabada, nos ponimos in ordine pro nos che torrare a-inue semus partidos.

Cun salude Gavinu

Festas nodias e usantzias de bidda mia (prima parte)

Tracas
Carri cerimoniali, tracas a sa festa.

Bidda de traballadoris Pauli ma bidda de ispassius e de festas. S’ottanta po centu de is ominis traballànta in su sartu e puru chi calincuna festa fessit in dì de fatu, sa giorronnada podiat aspetai a s’incrasi e sa bidda fiat festa.
Donnia mesi ci ndi fiat calincuna. S’incumentzàt a gennaxru cun sa festa de Santu Sabestianu. Ci fiat ancora sa cresiedda, immoi sdarruta, in sa pratzita sua. Cuncordànta in sa piana sa statua cun totu is fretzas infrissias e acapiada a una bella mata de mandarinu prena prena de frutu chi nosu piciocheddu castiamus a ogus mannus poita dopu sa prucessioni, is obreris si ndi spicànt calencunu. A mericeddu poniant fogu a su fogadoni e totu sa genti, mannus e piticus, d’arrollianta po si callentai.
A s’incumentzu de friaxu, su dusu, ci fiat sa Candelera. Su merì prima is priorissas andant in prucessioni a cresia, cuncordanta sa statua e aprontànt is candelas de benedixi. S’incras prima de sa missa cantada fiant una prucessionedda in pratz’e cresia cun is candelas allutas, chi su Vicariu iat distribuiu a totus, e totu s’atentzioni fiat a castiai chi abarressin allutas. Chi si ndi studant po bentu o calisisiat cosa boliat nai annada mala. Sa di dopu, fiat S. Ubrai; a nosu piciocheddus si potànt a cresia po si ponni is candelas ingrusciadas in su tzugu po si liberai de is maladias de su guturu.
A martzu su dexannoi fiat sa festa de Santu Giusepi. Festa manna de totu is traballantis chi non podendi afestai sa fest’e su traballu in maju, proibia de su fascismu, dda fiant a fest’e cresia.Continua a leggere →