
Domenica 22 settembre, nuova storica visita di un papa in Sardegna: il quarto in pochi anni. Prima di lui, Benedetto XVI, nel 2008; Giovanni Paolo II, nel 1985; Paolo VI, nel 1970.
Per l’occasione, Cagliari si è tinta di giallo e di bianco, con bandiere vaticane e l’effigie pontificia a finestre e balconi. Papa Bergoglio è stato accolto sul sagrato di Bonaria dal governatore dell’Isola, Ugo Cappellacci, con il saluto ufficiale in ‘Limba’: “Santidadi, Deu si du paghiri” (Dio vi renda merito, vi ripaghi, papa Francesco) e “Nostra Segnora de Bonaria bos acumpanzet semper in sa vida” (Nostra Signora di Bonaria vi accompagni sempre per tutta la vita).
La città, l’Isola intera, dentro e fuori la Sardegna, ha atteso con speranze l’arrivo del nuovo papa.
Anche da Biella, alcuni Soci di Su Nuraghe si sono imbarcati venerdì sera per unirsi ai conterranei, altri erano già partiti nei giorni precedenti. Una partecipazione corale, a volte prosaica, come lo striscione apparso su un balcone lungo il tragitto: “Papa Cecco, sali e prendere 1 caffè?“, ricambiato dal gesto di bere il caffè da parte del pontefice, a significare, anche in questa corrisposta espressione popolare, l’affetto dei Sardi verso un papa che, come loro, ha conosciuto la pena del distacco dalla propria terra. “Sono figlio di emigrati, – ha affermato Francesco al suo arrivo in Largo Carlo Felice, dopo aver ascoltato le testimonianze del mondo del lavoro, un operaio disoccupato, una imprenditrice cooperativa e un pastore – è per questo che vi posso capire perché conosco la vostra sofferenza“.Continua a leggere →