Il Comune di Orani, in Sardegna, ricorda il Partigiano “Cuffia”, morto per la libertà in Valle Cervo, in Piemonte

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Orani (NU) – Conversazione con Battista Saiu sul giovane Salvatore Solinas – “Cuffia” – caduto sui monti di Tavigliano, nel Biellese.

“Il Partigiano Cuffia. Orani ricorda”. Questo è  il titolo della conferenza organizzata dall’Archivio biblioteca “Primo Maggio” di Orani col patrocinio del Comune di Orani., che si terrà nel parco della biblioteca comunale giovedì 27 luglio 2023 alle ore 21.

Dopo i saluti del Sindaco Marco Ziranu seguiranno gli interventi della professoressa Anna Cacciatori, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Nuoro, e il saluto di Marina Moncelsi, direttrice dell’Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’età contemporanea nella Sardegna Centrale (ISTASAC).

Prenderà infine la parola il professor Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, per illustrare la figura del partigiano “Cuffia”, oggetto di una recente ricerca a cura dell’ANPI Biellese e di “Su Nuraghe”.

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Le 87 vite spezzate di Invorio (NO) ricordate nel selciato di Nuraghe Chervu

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È stata consegnata venerdì 21 luglio 2023, nelle mani del Sindaco di Biella Claudio Corradino, la pietra di memoria di Invorio, Comune di 4300 abitanti in provincia di Novara, situato tra il lago d’Orta e il lago Maggiore. La pietra di riuso andrà ad arricchire il lastricato in corso d’opera nell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”, dedicata ai Caduti della Prima Guerra mondiale di tutti i Comuni d’Italia.

«Splendida iniziativa – dice al telefono il Sindaco di Invorio, Flavio Pelizzoni – sarebbe da riproporre anche in altri contesti, per coltivare e rinnovare degnamente la memoria di chi perse la vita nel conflitto più logorante di sempre».

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I Sardi di Biella alla Prima Festa del Piemonte

descrizioneLa mattina del 19 luglio a Biella, nella sala consiliare di Palazzo Oropa, su iniziativa del consigliere comunale Alessio Ercoli (che ha presieduto l’incontro), si è tenuta la Prima Festa del Piemonte. Accanto al sindaco di Biella, Claudio Corradino e della amministrazione comunale, il presidente della Provincia di Biella Emanuele Ramella Pralungo tramite la sua delegata Barbara Cozzi, il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia ed il Vescovo di Biella Mons. Roberto Farinella, che, pur non essendo fisicamente presente, ha mandato una lettera di saluto, ed altre autorità.

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“A lume di lanterna”, successo di pubblico per l’apertura serale dei tre musei di Pettinengo

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Musei di Pettinengo aperti tutte le domeniche d’estate – ore 14:30-18.30 con guida e visite gratuite

A lume di lanterna, al suono di ghironda e launeddas, sabato 8 luglio 2023 si sono susseguite, a partire dalle ore 20, le visite guidate ai tre ecomusei di Pettinengo, tutti aderenti alla Rete Museale Biellese: il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, in via Fiume, 12, allestito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, il M.U.S.A, Museo della Sacralità dell’Acqua, curato dal DocBi (Centro Studi Biellesi) e il Museo dell’infanzia, gestito dall’associazione Piccola Fata.

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Da “Su Nuraghe” una paròla piemontèisa al mèis, Luglio, “V” come “Vers d’una neuit d’istà”

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Omaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi”.

Luigi Armando Olivero (1909-1996) è uno dei più grandi poeti che la lingua piemontese abbia mai avuti. Coltissimo giornalista internazionale, in possesso di un lessico strabiliante in piemontese e in italiano, ottimo traduttore dai classici antichi ai testi più recenti, conoscitore di varie lingue europee ed africane, autore in italiano di romanzi di grande diffusione, ha lasciato un corpus impressionante di poesie (ben mille composizioni) in un piemontese duttile, elegante, ricchissimo, in cui dimostra la più smaliziata padronanza nell’impiego di rime e di metri svariati ed inusitati.

L’estate è la stagione che ha dettato i versi più carnali, più radicati nella propria terra, non solo a Olivero, ma anche a una schiera di altri raffinati poeti lirici (tra cui Pinin Pacòt).

Nella seguente composizione, caratterizzata dall’esclusivo impiego di monostici endecasillabici con l’occasionale impiego dell’enjambement, Olivero inneggia all’estate e alle passioni che essa suscita: si cita qui solo un frammento di questa lunga, sensuale l’elegia, piena di parole rivelanti, da verificare contro la traduzione italiana in calce (chinché, frisa, scantirà, frissoné, dindan-o, orcin, sombra, sofe, dëssela, ciochëtte, seren-a, luminin, frijo, slussi, antesta, corma):

Vers d’una neuit d’istà

Sota ’l chinché steilà dla neuit profonda.

Su lë specc dë smerald ëd la pëschera.

La lun-a a frisa ij sò cavèj dorà.

Ij fij a canto coma un còro ’d grij.

Ij fij ëd seda scantirà dël vent.

Frissoné d’eve sui cussin ëd nita.

Tute le perle dla rosà tra j’erbe.

Fior, fior ch’a dindan-o, orcin dël seugn.

Ël mus-cc a pend, giù da le scòrse ’d j’erbo.

Vos cantarin-e ’d boche përfumà.

Sl’ànima sombra ’l sofe ’d na malìa.

E un miraco ai mè euj, pian, as dëssela.

Le toe man bianche tèise vers ël cel.

(Colombe ch’a-j dan j’ale al desidere).

Ij tò pass cadansà ’d zora ij mè pols.

Ij tò euj: doe ciochëtte a la seren-a.

(Ant le ciochëtte: ’d luminin ch’a frijo).

Ma toe parpèile a bruso coma ’d làver!

Toa boca su la mia: në slussi an cel.

Ij tò dentin contra le mie zanzive.

Noi respiroma ’l respir dle radis.

Sentoma bate un cheur ant ògni feuja.

La toa carn reusa a s-ciòd da la toa vesta.

Silensi ’d neuit d’istà, profum ch’antesta.

Neuit, neuit d’istà, corma ’d velen e ’d blëssa! (1936)

VERSI D’UNA NOTTE D’ESTATE – Sotto la lampada stellata della notte profonda. / Sullo specchio di smeraldo della peschiera. / I fili cantano come un coro di grilli. / I fili di seta stiracchiati del vento. / Fremere d’acque sui cuscini di melma. / Tutte le perle della rugiada fra le erbe. / Fiori, fiori che oscillano, orecchini del sogno. / Il muschio pende, giù dalle scorze degli alberi. / Voci canterine di bocche olezzanti. / Sull’anima ottenebrata, il soffio d’una malia. / E un prodigio ai miei occhi, dolcemente, si svela. / Le tue mani bianche protese al cielo. / (Colombe che danno ali al desiderio). / I tuoi passi ritmati sui miei polsi. / I tuoi occhi: due campanule all’addiaccio. (Nelle campanule: lucciole in fregola). Ma le tue palpebre scottano come labbra! / La tua bocca sulla mia: un lampo in cielo. / Noi respiriamo il respiro delle radici. / Sentiamo palpitare un cuore in ogni foglia. / La tua carne rosea sboccia dalla tua veste. / Silenzio di notte estiva, profumo che inebria. … Notte, notte d’estate, colma di veleno e di bellezza.     

Sergi Girardin (Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: capolettera “V”, in Missale Magnum Festivum Domini Georgii Challandi (sec. XV), Priuli e Verlucca 1993, copia facsimile posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda