Nei giorni scorsi è mancato a Biella Efisio Tiddia di 83 anni di Teulada

descrizioneQuarto di nove figli, seguendo l’esempio di altri fratelli costretti, loro malgrado, a lasciare la Sardegna, alla fine degli anni Cinquanta si trasferisce a Milano.

Il lavoro lo porta successivamente a Biella, dove conoscerà la conterranea Luigia (Gina) Cabras. Diventerà la sua futura moglie dalla quale avrà 2 figli, Fiorella e Stefano.

Nel 1980, si trasferisce con la famiglia a Vermogno, frazione di Zubiena. Da subito, la sua casa, immersa nel verde della Serra biellese, diventa punto di riferimento per i tanti conterranei che, qualche anno prima, avevano fondato il Circolo sardo di Biella.

Grazie alla generosa disponibilità di Efisio e della sua famiglia, i pomeriggi domenicali sempre più frequentati della grande famiglia di “Su Nuraghe”, saranno un modo di anticiparne quella che sarebbe diventata la Festa nazionale dei Sardi, “Sa Die de sa Sardigna”, promulgata nel 1993 con apposita Legge Regionale.

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Agosto 2023, una parola sarda al mese: “A” come “ARIŠTÁNIŠ”

descrizioneARIŠTÁNIŠ = IŠTARĀNIŠ – Tra i due dizionari consultati (Chicago Assyrian Dictionary, in 25 volumi, ed il mono-volume A Concise Dictionary of Akkadian), trovo che il primo, nonostante la profluvie di citazioni in oltre 4 pagine, procede cautamente nella interpretazione di Ištarāniš, mentre è il secondo ad essere preciso e deciso. Il motivo è semplice: il volume n° 7 – I/J del CAD – fu pubblicato nel 1959, mentre il CDA fu pubblicato 41 anni dopo nel 2000. E sappiamo quante menti si applichino ancora oggi, diuturnamente, a risolvere passo passo i problemi interpretativi che una lingua di così recente scoperta (l’accadico) pone tuttora. Talché – come tutti sanno – il 10% del vocabolario mesopotamico non è stato ancora tradotto.

Nella “lingua mesopotamica” sono catalogati il sumerico, l’accadico, l’assiro, il babilonese. Ištarāniš compare nel neo-babilonese, e significa letteralmente ‘alla Dea’ (una voce che segue o precede verbi d’invocazione, d’invito ad apparire, invito al soccorso). Per quei popoli la Dea per antonomasia (o Dea Mater Universalis) era Ištar. Potremmo tentare una più completa traduzione di Ištar-āni-š come ‘Ištar-paredra-di Anu’ (Anu era il Dio Sommo dell’Universo). Il suffisso –š è un marchio territoriale accadico. Quindi sarebbe ora di riappropriarsi dei numerosissimi –s o –is di cui è zeppa la Sardegna (Karali-s, Sen-is, Mara-Calagon-is, Mil-is, ecc.), che per sentito-direattribuiamo al latino, spesso a rilassatezza fonetica, spessissimo al famigerato “campidanese rustico”, inventato dal Wagner quale comodo ripostiglio di tutti i problemi che non seppe risolvere.

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La “Bottega d’Arte Varia” al Museo delle Migrazioni di Pettinengo ha reso unica una giornata speciale

descrizione“Niente di meno che un sogno”, è il titolo dello spettacolo che domenica 6 agosto è stato presentato a Pettinengo, nell’ambito delle manifestazioni organizzate dai collaboratori del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella. Altrettanto sorprendente è stato vedere la Chiesa di Canton Gurgo popolarsi di persone che, dopo il richiamo della secolare campana, hanno effettuato con la “Bottega d’Arte Varia” questo viaggio musical teatrale tra storie di migrazioni, partenze e ritorni, di attese, speranze, dolori e aspettative: sensazioni e sentimenti che accomunano da sempre gli spostamenti dell’umanità in tutti i tempi, da e per tutti i luoghi. Emozioni condivise dai presenti che hanno gratificato gli artisti con silenzi carichi di partecipazioni ed occhi lucidi e che li hanno resi parte integrante e non solo spettatori dello spettacolo stesso.

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“Niente di meno che un sogno”: viaggio attraverso piccole e grandi storie della migrazione biellese

descrizioneDomenica 6 agosto, alle ore 16.00, presso la Chiesa dei Santi Grato di Aosta ed Eusebio da Cagliari, a Canton Gurgo – Pettinengo, la “Bottega d’Arte varia”, ensemble musical teatrale amatoriale presenterà “Niente di meno che un sogno”. Ingresso libero

Lo spettacolo vuole accompagnare il pubblico, attraverso i testi di Renato D’Urtica e Sergio Guttilla con musiche della tradizione proposte con ghironda, chitarra e organetto diatonico, in un viaggio attraverso piccole e grandi storie della migrazione biellese partendo dalla idea che le migrazioni sono state e saranno incroci ed alternanze di passato e presente, in un rimando di sentimenti che non conoscono tempo e luogo: dolori, sofferenze e paure: incognite e speranze sono le stesse.

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“Su talentu lu dat Deus e sos omines l’impreant”/Il talento lo dà Dio e gli uomini lo usano

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Dìcios e Peràula de Deus / Proverbi e Parola di Dio – immagini e nomi sardi di fiori – Laboratorio  linguistico transoceanico mensile tra “Su Nuraghe” di Biella e il Circulo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina).

Presentazione del proverbio: “Il talento lo dà Dio e gli uomini lo usano”.

Nessuno, per quanto sia povero, è senza niente, perché Dio dà ad ognuno qualche dono, o talento, come dice il proverbio che abbiamo dinanzi questa volta. Però, la persona deve fare la sua parte affinché il talento o i talenti suoi diano frutto e trovi la buona sorte.

Presentada de su dìciu: “Su talentu lu dat Deus e sos omines l’impreant”.

Niunu, pro cantu siat poberu, est chentza nudha, ca Deus dat a ognunu calchi donu, o talentu, comente narat su dìciu chi giughimus addananti custa borta. Però, sa pessone devet fagher sa parte sua pro chi su talentu o sos talentos suos diant frutu e agatet sa bona sorte.

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