Sabato 15 novembre – domenica 16 novembre 2014 – Il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, l’Istituto di Scienze Religiose di Oristano, la Provincia di Oristano, unitamente alla Fondazione “Sardinia” di Cagliari, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e il patrocinio dell’Arcidiocesi di Oristano, della Diocesi di Biella, della Città di Biella e della Federazione Associazioni Sarde Italia, invitano al Convegno nazionale su lingua madre “Deus cumprendet su sardu: faedda·ddu”/Dio capisce il sardo: parlalo, parlagli. “Pregare in sardu in Sardigna e foras dae s’Ìsula”/Pregare in sardo in Sardegna e fuori dall’Isola.
Sabato 15 novembre 2014, ore 9.00, Auditorium Hospitalis Sancti Antoni, via Sant’Antonio, Oristano.
Domenica 16 novembre 2014, ore 10.30, Parrocchia di Narbolia (Oristano), Santa Messa officiata “in Limba”.
Di “rimesse” ai familiari rimasti in patria se ne è parlato nei tempi di crisi del secolo scorso, e anche solo fino a una certa data. Oggi non se ne parla se non per africani o rumeni. Eppure, se dal campo economico si passa a quello culturale, in tempi non di crisi, ma di rivendicazioni di “identità”, è doveroso riconoscere il contributo che soprattutto a un’«isola» arriva dalle “rimesse” di chi, avendola lasciata per necessità o altro motivo, la arricchisce di ritorno con un orizzonte tanto più allargato quanto più consapevole della importanza e del significato delle proprie origini. È certo quello che è successo con Su Nuraghe, associazione, con sede a Biella, di molti sardi residenti ormai “in continente”. Per tale ragione, con questo Convegno, la Pontificia Facoltà Teologica per il tramite dell’Istituto Diocesano della Diocesi, S’Ufìtziu Limba Sarda de sa Provìntzia de Aristanis, l’associazione «Su Nuraghe» di Biella, sperano attraverso lo sviluppo dei diversi temi di trovare e suscitare interesse sufficiente sia a proseguire nella traduzione dei testi biblici con un approccio di inculturazione antropologica e linguistica, sia appunto a valorizzare le “rimesse” di chi, più lontano dalla “madrepatria”, più ne apprezza l’eredità ricca di futuro.Continua a leggere →