Ricordo di Salvatore Còntini nelle parole del cappellano di Su Nuraghe

mirto fruttatoDopo aver celebrato l’Eucaristia, sacramento della morte-risurrezione del Signore, è giunto il momento di rivolgere al nostro fratello Salvatore il nostro saluto, il nostro addio. Nell’uso consueto diciamo “addio” quando non vediamo alcuna possibilità di incontrare ancora una persona. Ma questa parola racchiude in sé un significato diverso: “a Dio”; e poiché Dio non è Dio dei morti ma dei viventi, questo saluto rimanda ad un incontro che non avverrà in questa condizione terrena, mortale, ma in Dio, nella vita beata e immortale che Dio prepara per noi. Nutriamo allora la speranza che questa nostra assemblea che ora scioglieremo, nella tristezza del distacco, la ricomporremo nella gioia della risurrezione.
Salvatore è nato nella terra di Sardegna, nella bella terra di Sardegna e, dopo aver lavorato come pastore e minatore, è emigrato in questa terra che noi sardi chiamiamo “Continente” – perché la bella terra di Sardegna spesso non è governata bene, in modo da offrire ai suoi figli la possibilità di una vita dignitosa. Qui, in continente, ha dato – come tantissimi sardi – un contributo di lavoro in diverse occupazioni, delle quali voglio sottolineare quella di postino, che lo ha portato ad incontrare molte persone, lui che non aveva certo un temperamento schivo, ma aperto alle relazioni. Si è impegnato però anche nella vita sociale: in politica, nell’amministrazione del paese (non senza motivo è presente il gonfalone del Comune di Pettinengo), nel sindacato, nella vita delle associazioni. Era legato molto al Santuario di Banchette, che frequentava insieme al fratello Gavino, all’epoca del rettore padre Coppetti – chi non lo ricorda come battitore di incanti a favore di quella chiesa? Un aspetto ancora desidero far presente: aveva imparato da giovane a suonare la chitarra e gli piaceva farlo durante le feste con gli amici, accompagnando le canzoni “a chitterra, comente naramus nois”.Continua a leggere →

È morto Salvatore Còntini, stimato in Sardegna, amato in Piemonte

Salvatore CòntiniOggi pomeriggio, 2 dicembre, si è spento a 93 anni Salvatore Còntini, di Silanus (Nuoro).
Lascia la sua compagna Severina e famiglia, il fratello Gavino, la cognata Francesca e famiglia, nipoti e pronipoti tutti: ma lascia anche una comunità che gli ha voluto bene durante gli anni della sua lunga esistenza.
Domani, mercoledì 3 dicembre, alle ore 20, recita del Santo Rosario nella parrocchiale di Pettinengo. Giovedì, alle ore 10, nella stessa chiesa, il rito e l’accompagnamento funebre.
Pastore e, a soli 14 anni, minatore nel Sulcis; prigioniero nel 1943 in Sicilia dopo lo sbarco alleato, scappa dal campo inglese per tornare in Sardegna. Giunto nella sua Isola, è richiamato al fronte con l’VIII Armata inglese per combattere a Montecassino e a Imola, sulla Linea Gotica, entrando tra i primi soldati nella Bologna liberata.
Finita la guerra, di nuovo in miniera dove rimane sepolto per due giorni sotto una frana, riportando numerosi traumi e ferite.
Nel 1948, decide di lasciare la sua terra in cerca di miglior fortuna. Raggiunge la sorella Agostina a Pettinengo per lavorare come manovale, carpentiere e a far maglie con le macchine rettilinee. Infine, “divenne il postino del paese, mansione che svolse per vent’anni acquisendo la meritata stima dell’intera cittadinanza”, sostengono i suoi concittadini.
Fondatore della sezione del locale Partito socialista, restituì con relativo telegramma la tessera quando si scoprirono le ruberie craxiane.
Stimato nella terra di origine, amato in quella di adozione, Salvatore ha dedicato la sua vita agli altri, impegnandosi assiduamente per suo fratello Gavino, disabile dalla nascita, di cui si è fatto completamente carico aderendo, già dal 1976, alla struttura ANFFAS di Biella, poi a quella di Gaglianico, divenendone il presidente.Continua a leggere →

Tombola sarda con cappello, assegnati 332 premi da ridonare

Sabato 30 novembre 2014, si è svolto a Su Nuraghe di Biella il “tombolone di Natale”, con l’assegnazione di 332 premi offerti dai soci e ridistribuiti tra i presenti, una sorta di scambio affidato alla sorte.

partecipanti al tombolone di NataleLe disponibilità verso l’altro si vede nelle piccole cose della quotidianità.
Durante i giorni dell’anno, soci e amici di Su Nuraghe portano in sede diversi oggetti, mettendoli nella disponibilità dell’Associazione che li utilizza per beneficenza, sottoscrizioni a premi, piccole lotterie interne, ridistribuendoli e ridonandoli anche ad altri sodalizi di volontariato.
Così, con queste scorte di generosità, è stato possibile organizzare la tradizionale tombola di fine anno con centinaia di premi associati ad ambo, terna, quaterna e cinquina, durante una serata in serena compagnia, allietata dall’immancabile “cumbidu”, la distribuzione di dolcetti realizzati e offerti dai soci.
Com’è noto, l’istituto del “dono-controdono”, lo scambio di regali raggiunge il suo apice nel periodo invernale; giornate più corte con ridotta luminosità inducono la ricerca della compagnia dell’altro; in Continente è tempo di veglia, corrispondente all’analogo antico ritrovarsi presso su foghile, il focolare domestico sardo, divenuti nel presente, i frequentatissimi ritrovi in pubblici locali, apericena e movide serali.
In prossimità delle feste di fine anno, Su Nuraghe anima le sue accoglienti sale con il “tombolone di Natale”, il gioco di società che nell’affidare ai numeri la ridistribuzione dei doni donati, permette di offrire regali utili per compiere nuovi gesti concreti di amicizia.

Giovanni Usai

Fortuna e bravura, Club Atlletico Boca Seniors 3-2 su Su Nuraghe

Club Atlletico Boca Seniors e Su Nuraghe Calcio

Capitanati da Giovanni Mocci, sardo di seconda generazione, si è svolta venerdì 28 novembre, a Ponderano nel campo di casa “Vittorio Pozzo”, l’annunciata partita di pallone tra Su Nuraghe Calcio e Club Atlletico Boca Seniors, entrambe di Biella. Ultima giornata del girone di andata del campionato di calcio a 7 promosso dal Comitato di Biella dell’A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani).
Il Derby, combattuto sotto la pioggia a volte intensa, ma senza intaccare la voglia di combattere di entrambe le squadre, è stato diretto da Giuseppe (Pino) Lopez. Nel suo arbitraggio ha richiamato alcuni giocatori nelle immancabili intemperanze del gioco. Passione sportiva vivacemente manifestata, sempre nell’ambito della correttezza sportiva, anche sotto gli ombrelli della tifoseria che, da bordo campo, negli spazi riservati al pubblico, incoraggiava le beniamine.
Dopo il primo gol in favore della formazione ospite, frutto di palo e di rimbalzo sulla schiena del portiere, che ha penalizzato i giovani con i colori di Su Nuraghe, altri due reti per ciascuna squadra. Una partita sostanzialmente in pareggio ma che per la sfortuna dei padroni di casa, sentenzia la vittoria al Club Atlletico Boca Seniors con 3-2 in loro favore, permettendo alla capolista incontrastata del girone di andata di continuare a svettare in cima alla classifica.

Efisangelo CalaresuContinua a leggere →

In Sardegna da bambina, con le attraversate notturne in nave

Sabato 6 dicembre 2014, a Biella, alle ore 21, nelle sale del Punto Cagliari, in via Galileo Galilei, 11, ritorna Su Nuraghe Film, lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”. Salirà in cattedra Alessandra Pezzuto Floris, sarda di seconda generazione – ingresso libero

Alessandra Pezzutto Floris, nata a Biella nel 1974, lavora come insegnante di lettere e di alfabetizzazione nella scuola secondaria di primo grado. Ha svolto in passato lavori di redattrice e di educatrice professionale. Ha studiato Lettere moderne a Milano e, successivamente, Scienze dell’educazione a Torino. È sposata con un figlio. La sua famiglia di origine è composta dalla madre, nata in Sardegna, a Guspini, in provincia di Cagliari e dal padre, di origine veneta, nato a Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso.
Entrambi i genitori sono immigrati nel Biellese con l’intera famiglia, per lavoro: la madre come infermiera e il padre come artigiano.
Ha conosciuto la Sardegna da bambina, con le attraversate notturne in nave, le calde estati trascorse al mare e nella grande casa della famiglia materna, con zii e cugini, con giochi, canzoni e feste di paese. Da adulta ha coltivato l’interesse per la cultura sarda attraverso la conoscenza del suo territorio, la letteratura, l’arte, l’artigianato e il cibo. Questo la aiuta a mantenere un legame con l’isola e con i suoi affetti, un legame mantenuto a distanza, con nostalgia e desiderio di partire e di riabbracciare zii e cugini, e di far conoscere presto la Sardegna a suo figlio.